La Tua Seconda Cosa Preferita 51: Groucho Marx, Akira Toriyama e se per favore puoi non barare a Baseball
“Seduto davanti ad una tavola di pietra in una caverna oscura, il nostro eroe - cioè io, Groucho Marx, l’Eremita di Hollywood - rosicchia un osso” scriveva il comico occhialuto nel suo Memorie di un Irresistibile Libertino. Ecco, se quell’eroe non fosse un eremita di Hollywood ma un simpatico Social Media Manager di Sesto San Giovanni, al posto di rosicchiare un osso starebbe scrivendo La Tua Seconda cosa Preferita.
Che storia eh?
“Outside of a dog, a book is man's best friend. Inside of a dog it's too dark to read”.
Surreale, ironico, sorprendente. Gli aggettivi per descrivere una personalità enorme come quella di Groucho Marx sarebbero, probabilmente, sempre troppo pochi.
Come vi accennavo qualche riga fa, ho letto Memorie di un irresistibile libertino (a metà tra un memoir e un libro di consigli su come funzioni la mente maschile) e mi sono chiesto “ma qual è stato l’impatto di una cosa come Groucho Marx? Qualcuno se l’è mai domandato?”.
La risposta, incredibile ma vero, è stata SNI. Se è vero che esistono libri, volumi, saggi su personalità come quella di Woody Allen, è altrettanto vero che sul suo padre umoristico (Io e Annie comincia proprio con una sua citazione) si è scritto/detto molto meno. Legato forse meno a modelli di comicità studiabile accademicamente, Groucho Marx non è rimasto in letterature varie probabilmente proprio per la sua, mh, intangibilità. Come studiare, incasellare o provare a capire qualcuno come Groucho, uno le cui battute uscivano fuori dalla bocca alla stessa velocità del pensiero? (“I've had a perfectly wonderful evening, but this wasn't it.”).
Groucho Marx e la sua comicità sono forse troppo legate al loro tempo per sopravvivere al passare inesorabile degli anni. Duck Soup, il film a cui partecipava con i fratelli Harpo, Zeppo, Chico e Gummo, compie 91 anni; i programmi, gli show, le gag che hanno reso famoso l’artista cominciano ad essere troppo vecchie (si può dire?) per essere ricordate. Cosa ci rimane quindi?
Beh, un sacco di cose. Groucho è uno di quei punti cardine della cultura americana, dagli albori legatissima all’umorismo, una forza trainante capace di far transitare il cinema slapstick verso una commedia di parola. Un volto così iconico, una parlantina così leggendaria da aver influenzato non tanto i libri, quanto un intero immaginario comico. Ci rimangono i libri (i suoi), le citazioni (“The only real laughter comes from despair”), un’intramontabile silhouette fatta di sopracciglia baffi e nasone e un graffito comparso sui muri di una Parigi sconquassata dai tumulti del ‘68, che più di tutto racconta una personalità che cercava costantemente di abbattere il potere precostituito a suon di battute, una frase che recitava, circa, così:
“Je suis Marxiste, tendance Groucho”
Dopo un bel pippotto su una cosa di cui, probabilmente, vi interessava anche molto poco vi lascio due notizie brevi. Tipo:
Lo avrete sicuramente letto: Akira Toriyama, creatore di Dragonball, ci ha lasciati.
Tristezza a palate a parte, è giusto pensare non solo a che cosa abbiamo perso ma forse (e soprattutto) che cosa ci ha lasciati. E Toriyama, beh, ci lascia un’eredità tendenzialmente incalcolabile.
Ok, lo so, se non siete immersi nel mondo, è probabilmente difficile da comprendere ma poche persone hanno saputo cambiare così profondamente il proprio media. Il manga moderno (soprattutto quella particolare specie che vediamo dopo nel glossario, ti basta scorrere un attimo) esiste anche perché un prodotto come Dragonball ha saputo canonizzarne la forma e tracciarne la direzione.
Il modo di raccontare gli scontri, il dinamismo delle tavole: se vi è capitato, negli ultimi venti anni di vedere la tavola di un fumetto o guardare la scena di un anime, probabilmente, la persona da ringraziare è proprio lui.
Ciao, buon viaggio, la via del serpente ti aspetta.
E inoltre: lo sapete che nella Major League, la lega più importante del Baseball americano, sono tutti sicuri al 100% che i lanciatori barino ma non riescono a dimostrarlo in nessun modo?
Toccatine d’orecchie sospette, mani con liquidi sospetti, cose che, in generale non tornano.
Niente, vi lascio sopra un video che ve lo racconta nel dettaglio.
Le community, lo sappiamo, vivono di linguaggio. Parole, termini e slang che si generano e rigenerano costantemente. Glossario propone una parola nuova a settimana, un modo per stare sul pezzo e non fare la figura dei boomeroni, bello no?
SHONEN: riparto dalla notizia di Toriyama, vi avevo detto che ci saremmo tornati, no?
Parliamo di shōnen per indicare quel genere di manga e anime che hanno come target principale dei maschietti tendenzialmente giovani. Letteralmente tradotto, "shōnen" significa "ragazzo" o "giovane maschio" in giapponese.
Insomma, storie di giovani eroi per giovani ragazzi, nemici sempre più potenti, un obiettivo finale da raggiungere (ma forse questo è retaggio di opere più recenti, vedasi One Piece) e livelli di potenza che raggiungono vette inarrivabili.
Se è vero che i topoi del genere sono questi (è vero), è in buona sostanza anche grazie al maestro Toriyama.